Negli ultimi dieci anni, il prezzo dei combustibili per il riscaldamento ha subito variazioni significative, influenzando i costi energetici di famiglie e imprese. Un’analisi dei principali combustibili mette in evidenza un dato chiaro: il cippato si conferma la soluzione più economica e stabile nel tempo.
Esaminando il costo per MWh prodotto con diverse fonti energetiche, emergono le seguenti tendenze:
Gasolio: Ha registrato un aumento costante, con picchi significativi durante le crisi energetiche. Oggi si attesta su valori superiori ai 200 €/MWh, rendendolo tra le soluzioni più costose.
Gas Naturale: Le oscillazioni di prezzo sono state notevoli, con un incremento sostanziale a partire dal 2021. Il prezzo attuale si aggira intorno ai 150 €/MWh, con forti dipendenze dal mercato internazionale.
Pellet: Ha subito una crescita marcata, con aumenti che hanno quasi raddoppiato il prezzo rispetto a dieci anni fa. Attualmente, il costo medio si aggira sui 100-120 €/MWh.
Cippato: È il combustibile che ha mantenuto il prezzo più stabile nel tempo, con una crescita minima rispetto agli altri. Oggi, il costo del cippato di classe A1 è di circa 40 €/MWh, garantendo un risparmio fino all’80% rispetto alle alternative.
Oltre al prezzo competitivo, il cippato offre:
Stabilità dei costi, evitando le speculazioni di mercato.
Sostenibilità ambientale, essendo un combustibile rinnovabile con basse emissioni di CO2.
Produzione locale, che riduce la dipendenza da importazioni e instabilità geopolitiche.
L’analisi degli ultimi dieci anni dimostra che il cippato è la scelta più conveniente per il riscaldamento, sia in termini di costi che di sicurezza energetica. Per chi cerca una soluzione economica e sostenibile, il cippato rappresenta senza dubbio il combustibile perfetto per il presente e il futuro.